Ciclismo

Quando inizia il Giro d’Italia?

Una tappa di 140 chilometri aprirà il Giro d’Italia 2024: sabato 4 maggio i ciclisti apriranno il fuoco tra Venaria Reale e Torino per dare il via a una nuova edizione della corsa rosa, con Tadej Pogacar favorito indiscusso la vittoria finale.

Come di consueto, il Giro parte il primo sabato di maggio. In questa occasione ricorre il 75° anniversario della tragedia di Superga, nella quale morirono i tesserati del Torino, la squadra più forte dell’Italia degli anni Quaranta.

Il Giro si concluderà domenica 26 maggio a Roma.

Il Giro, la prima grande corsa di tre settimane in calendario, avrà un percorso di 3.386,7 chilometri, con 44.550 metri di dislivello nei 21 giorni di gara.

Contrariamente a quanto accade ultimamente nei grandi giri, il chilometraggio contro il tempo sarà elevato, superando i 60 km. La montagna avrà un ruolo rilevante, con la salita al Mortirolo , nella tappa 15, come momento clou.

Pogacar, grande favorito

Il vincitore dell’ultima edizione è stato Primož Roglič . Ha preso la maglia rosa da Geraint Thomas nella penultima tappa, una cronometro di 18,6 chilometri con partenza da Tarvisio e arrivo sul Monte Lussari. Lo sloveno, ora nelle fila della Bora, però, quest’anno non correrà il Giro e concentrerà tutti i suoi sforzi sul Tour de France.

Per quanto riguarda l’Italia, ad una settimana dall’inizio, la Corsa Rosa vede solo 41 italiani in lizza. Se questa cifra dovesse essere confermata, o peggio ancora diminuire, si raggiungerebbe un livello che non si vedeva dal 1930. Per dare un’idea, l’anno scorso al Giro d’Italia c’erano 51 italiani, un leggero aumento rispetto ai 45 del 2022, ai 44 del 2018 e ai 43 del 2017. Questo è il segno di una tendenza che persiste da anni e che ha le sue radici in vari problemi del nostro ciclismo. Il più pesante è l’assenza, ormai da un decennio, di una squadra italiana nel panorama World Tour, con tutte le conseguenze del caso. La più evidente è che i (pochi) talenti italiani attuali sono spesso relegati a ruoli secondari o addirittura di gregari in squadre straniere. E poi, naturalmente, c’è la questione della qualità stessa degli atleti, quasi come un cane che si morde la coda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.